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ClassicAperta: Appuntamento a Villa Pallavicini il 16 maggio per un incontro inedito fra il violino di J.Sebastian Bach e il rap in 44

Il Jazz in sagrestia

Sul palco il Maestro Enrico Piccini e il rapper romano Taiyo Yamanouchi: si celebra la “fusion” fra epoche e culture musicali diverse

Il Maestro Enrico Piccini, giovane e affermato musicista, si muove nell’ottica dell’innovazione, guarda avanti e si predispone a sfide diverse, come si richiede a un violinista del nostro tempo. Se questa è la chiave di lettura, diventa quasi “naturale” per il musicista friulano passare dal Teatro alla Scala, dalla Fenice di Venezia o dalla Scuola di Musica di Milano, dove Piccini è docente di violino Suzuki, alla ribalta di Villa Pallavicini per una serata dai risvolti particolari…

“Effettivamente si tratta di una “liaison” avventurosa, l’idea è stata dell’amica Matilde e sono contento che l’Associazione per MITO Onlus abbia creduto nel progetto. L’accostamento fra l’adagio e il presto dalla prima sonata per violino in sol minore del grande Johann Sebastian Bach, e i timbri talvolta rudi del genere rap, è in fondo la nostra scommessa: sarà il pubblico ad approvare o meno”

Un po’ come suonare il jazz in sagrestia…

“Ma solo un po’, perché le due culture possono convivere. Certo, attraverso alcuni accorgimenti musicali, suonare il ritmo ternario di ciaccona inserendolo nel 4/4 tipico del RAP creando una sorta di poliritmia può essere fra questi. Oppure potrei chiedere al rapper Taiyo Yamanouchi, bravissimo peraltro, di suonare entrambi in modalità acustica, dunque senza amplificatori, per tutelare gli equilibri del concerto. Siamo sul palco per dialogare e trovare una dialettica comune”

Qualche “purista” potrebbe sobbalzare sulla sedia…

“È una forma nuova di comunicare musica, frutto di una ricerca accurata. Sappiamo che un conservatore potrebbe non gradire ma anche la musica classica può aprirsi a elementi di modernità, per fare un esempio la pulsazione ritmica della Badinerie di Bach ha un tempo attuale, dipende da quale angolazione mentale la si ascolta. E del resto, per noi è il primo esperimento ma in assoluto ricordo anche un “Inno alla Gioia” di Beethoven inserito in canzoni pop. La musica barocca è quasi rock…”

Maestro Piccini, quello che si profila è un concerto per molti versi sorprendente. E coraggioso. Ne seguiranno altri ?

“Diciamo che il concerto di Villa Pallavicini ci dirà molto in questo senso. La prova del fuoco dell’esecuzione, le reazioni del pubblico, i commenti della stampa e degli addetti ai lavori: lo considero un crocevia. La performance punta ad avvicinare generi artistici diversi, l’obiettivo è quello di creare un linguaggio nuovo, e il punto di contatto è il sentimento che questa musica saprà generare”

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