Il Maestro Lorenzo Ghielmi interpreta Johann Sebastan Bach nella Basilica milanese
Capolavori a San Simpliciano
Le nobili mura della Basilica di San Simpliciano vibravano, lo scorso 24 ottobre, affrescate e travolte dall’arte organaria del maestro Lorenzo Ghielmi, impegnato in un concerto interamente dedicato al piu’ grande: Johann Sebastian Bach! La chiesa gremita si annullava così nell’ascolto di capolavori scritti per organo dal maestro di Eisenach: dal Preludio e Fuga in do maggiore BWW 531 al Concerto in sol maggiore BWW 592 e via così, per concludere con la celebre Toccata e Fuga in re minore BWW 565. Al termine, pubblico in delirio, consapevole di essere entrato in un capolavoro: dall’Autore all’Interprete.
“L’organista in genere non vede direttamente il pubblico, ma lo sente, i silenzi sono sempre eloquenti, e dicono qualcosa, come peraltro la dicono gli applausi. Così si instaura un muto dialogo fra il musicista e la platea, una dialettica sempre fondamentale quanto stimolante”
Maestro Ghielmi, lei è anche clavicembalista e compositore, definirebbe Sebastian Bach come il piu’ grande compositore di sempre…?
“Nella musica classica è difficile stabilire gerarchie, per quanto riguarda il Barocco e il Rinascimento il genio di Bach ha contribuito all’età dell’oro dell’arte organaria, questo si può affermare. Ma anche l’organo poi, con l’avvento del Romanticismo quindi del pianoforte e dell’orchestra sinfonica, ha conosciuto un ruolo, come dire, piu’ appartato”
Tuttavia c’è chi ravvisa nella musica di Bach elementi di “modernità…
“Stiamo parlando di musica classica, e classico è ciò che non tramonta, quindi periodicamente “ritorna”. In questo senso forse si può accostare Bach alla modernità che è tutt’altro concetto. La musica elettronica è modernità, le trasposizioni jazz di un Preludio e Fuga sono la modernità”
Maestro, sia pure per motivi storici comprensibili, il pubblico tende a collocare l’organo solo come strumento da chiesa, questo non le sembra alquanto riduttivo?
“Effettivamente l’organo è uno strumento musicale molto particolare. Chi lo suona si identifica e ne diventa parte, e pertanto esprime una solitudine quasi ascetica, finendo col muoversi in una dimensione che spesso assume contorni spirituali, quasi religiosi”
San Simpliciano le ha tributato un’ovazione al termine del concerto. Questo per lei non sarà un fatto nuovo ma è pur sempre un’emozione…
“L’emozione è appunto cio’ che chi suona vuole trasmettere alla platea, il musicista ama condividere le proprie sensazioni con chi ascolta. E’ anche una questione di spettacolo, ma del tutto interiore, come la musica immortale di Bach. Del quale si diceva che “si guardasse dentro” contrapponendolo a Haendel che invece “si guardava intorno”
Maestro Ghielmi, la “ragione sociale” dell’Associazione per Mito Onlus è quella di esportare la musica classica verso luoghi e persone che diversamente non avrebbero modo di conoscerla, lei condivide questo percorso ideale?
“Naturalmente sì, l’impegno dell’Associazione per Mito è quello di diffondere ad ogni livello la cultura della musica classica, come potrei non essere d’accordo. Diciamo piuttosto che questa sensibilità dovrebbe diventare appannaggio anche del sistema d’istruzione scolastico, se vogliamo che la musica classica non sia più riservata a un’èlite, il sistema è da ripensare”.
Vic Moniaci
Foto: Giovanna Rivera
Altre foto nella galleria fotografica
Potete ascoltare un brano del concerto in questo video.